INDRO MONTANELLI
Nacque a Fucecchio il 22 aprile 1909 nell’attuale Palazzo Doddoli-Costagli da Maddalena Doddoli e Sestilio Montanelli e vi trascorse la sua infanzia recandosi spesso a Le Vedute nella villa dell’allora sindaco Emilio Bassi, considerato da lui quasi un nonno tanto che quando decise di istituire la Fondazione volle che gli fosse cointitoilata. Fu costretto a lasciare Fucecchio a seguito dell’incarico del nonno a preside di Liceo e girò l’Italia laureandosi in Giurisprudenza e poi in Scienze Politiche. A Parigi imparò il mestiere del giornalista e nel 1935 iniziò il suo lavoro come corrispondente della guerra in Etiopia alla quale vi partecipò come volontario. Nel 1937 fece l’inviato per il Messaggero in Spagna mentre nel 1938 cominciò a lavorare al Corriere della Sera come inviato in Albania e poi in Germania dove rimase fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale assistendo alla resa della Polonia. Proseguì con le sue corrispondenze da vari stati europei tra i quali la Finlandia, la Svezia, la Norvegia, la Grecia e l'Jugoslavia sostando in città come Belgrado, Bucarest e Budapest. Con i suoi articoli pungenti si rese sgradito spesso a Mussolini, ripudiando così la sua adesione in giovane età al partito fascista, ai tedeschi e persino agli inglesi. Nel 1940 terminò le sue corrispondenze ma non la collaborazione con il Corriere. Nel 1944 venne catturato dai tedeschi in Val d’Ossola mentre cercava di unirsi ai partigiani e condannato a morte. Grazie alle ripetute suppliche della madre presso il Vaticano viene liberato per mezzo dell’interessamento del cardinale Schuster. Finita la guerra ricominciò a scrivere per il Corriere fino al 1974 quando lo abbandonò e fondò “Il Giornale”. In quegli anni scrisse molti libri tra i quali la famosa serie di volumi che divulgano in maniera molto semplice e chiara la Storia d’Italia da Roma ai nostri giorni. Subì nel 1977 un attentato da parte delle Brigate Rosse che in seguito perdonerà.
Dopo mesi di contrasto con l’editore Berlusconi nel 1994 , che nel frattempo ha annunziato l’intenzione di scendere in politica, Montanelli, insieme ad altri redattori, lasciò il Giornale e fondò“La Voce” che poco dopo fu costretta a chiudere per mancanza di finanziatori. Montanelli allora tornò al “Corriere della Sera”, per il quale tenne giornalmente la rubrica “Stanza” rispondendo alle domande dei lettori. Continuavano intanto a uscire i volumi sulla “Storia d’Italia”, curati insieme a Mario Cervi.
Morì a Milano il 22 luglio del 2001. L’urna con le sue ceneri è deposta accanto alla tomba della madre nella cappella di famiglia a Fucecchio. Il suo studio romano e quello milanese sono trasferiti presso la Fondazione Montanelli Bassi che lui stesso aveva fondato nel 1987 e dove sono visitabili insieme ai suoi libri ed articoli di giornale.
E’ considerato unanimemente “il principe del giornalismo” ed il giornalista italiano più importante d’Italia per la sua capacità di scrivere chiara e pungente.
Dopo mesi di contrasto con l’editore Berlusconi nel 1994 , che nel frattempo ha annunziato l’intenzione di scendere in politica, Montanelli, insieme ad altri redattori, lasciò il Giornale e fondò“La Voce” che poco dopo fu costretta a chiudere per mancanza di finanziatori. Montanelli allora tornò al “Corriere della Sera”, per il quale tenne giornalmente la rubrica “Stanza” rispondendo alle domande dei lettori. Continuavano intanto a uscire i volumi sulla “Storia d’Italia”, curati insieme a Mario Cervi.
Morì a Milano il 22 luglio del 2001. L’urna con le sue ceneri è deposta accanto alla tomba della madre nella cappella di famiglia a Fucecchio. Il suo studio romano e quello milanese sono trasferiti presso la Fondazione Montanelli Bassi che lui stesso aveva fondato nel 1987 e dove sono visitabili insieme ai suoi libri ed articoli di giornale.
E’ considerato unanimemente “il principe del giornalismo” ed il giornalista italiano più importante d’Italia per la sua capacità di scrivere chiara e pungente.